Padroneggiare il low-code e il no-code: competenze tecniche chiave per il successo

Gli strumenti low-code e no-code hanno rivoluzionato il modo in cui vengono create le applicazioni, le automazioni e i sistemi di gestione, perché consentono di programmare senza il fastidio di scrivere codice. È una promessa allettante: semplicemente trascinando e rilasciando elementi, chiunque non abbia conoscenze tecniche può sviluppare le proprie soluzioni. Tuttavia, se avete provato ad andare oltre le basi, vi sarete scontrati con una realtà diversa.

Se è vero che con queste piattaforme non è più necessario saper programmare in linguaggi come Python o Java, ciò non significa che tutto sia così semplice. Per sfruttare davvero il loro potenziale, è ancora essenziale comprendere concetti come database e strutture di dati, API e integrazioni, espressioni regolari e logica condizionale avanzata. Senza queste basi, è facile impantanarsi in limitazioni che non si risolvono semplicemente con l'interfaccia visiva.

In questo articolo esamineremo le 5 aree tecniche che tendono a generare le maggiori difficoltà nello sviluppo low-code e no-code, e dove potete imparare di più per ottenere il massimo da questi strumenti senza frustrarvi nel tentativo:

  1. Pensiero logico e strutturazione dei processi
  2. Gestione di database e organizzazione delle informazioni
  3. Uso e integrazione delle API
  4. Espressioni regolari e manipolazione dei dati
  5. Risoluzione dei problemi e debug

Comprendere l'universo degli strumenti low-code e no-code

Se avete provato strumenti low-code o no-code, vi sarete resi conto che hanno molti aspetti in comune, ma che il loro approccio e il livello di complessità possono variare parecchio. Entrambe le soluzioni promettono di semplificare la creazione di applicazioni e automazioni, ma in pratica richiedono un livello di comprensione tecnica che può diventare un ostacolo se non si ha familiarità con alcuni concetti.

Da un lato, è vero che gli strumenti no-code come Zapier, Make.com, Glide o Airtable eliminano la necessità di programmare, ma ciò non significa che siano facili da padroneggiare. Per sfruttarli al meglio, è necessario capire come strutturare i dati, gestire i flussi di informazioni e collegare le API, oltre a saper interpretare e risolvere gli errori che si presentano. Sebbene la loro interfaccia visiva li renda facili da configurare, qualsiasi automazione più complessa vi costringerà a trattare con variabili, condizioni logiche e strutture di dati che richiedono un certo livello di pensiero computazionale.

Allo stesso modo, strumenti a basso codice come Bubble, Retool o Power Apps offrono una maggiore flessibilità consentendo di aggiungere codice in determinati punti, ma aumentano anche la curva di apprendimento. In questo caso è necessario sapere non solo come collegare i servizi o gestire i database, ma anche come gestire espressioni, script e personalizzazioni avanzate. Sono ideali quando si ha bisogno di una soluzione più sofisticata, ma se non si hanno conoscenze tecniche di base, si può incorrere in ostacoli difficili da risolvere.

In entrambi i casi, la sfida principale non consiste nell'imparare a trascinare e rilasciare elementi nell'interfaccia, ma nel comprendere i fondamenti che ne stanno alla base: come viaggiano le informazioni, come interagiscono i sistemi e come evitare gli errori che potrebbero far sì che l'automazione o l'applicazione non funzionino come previsto.

Principali competenze tecniche per padroneggiare il low-code e il no-code

1. Pensiero logico e strutturazione dei processi

Sia nell'automazione che nello sviluppo di applicazioni, è necessario pensare in termini di flussi di lavoro e sequenze di azioni. Se volete, ad esempio, automatizzare la gestione degli ordini nel vostro negozio online, dovete visualizzare il processo passo per passo: cosa succede quando arriva un nuovo ordine, a quale sistema vengono inviati i dati, quali condizioni devono essere soddisfatte prima di poter eseguire determinate azioni e così via. Senza questa capacità di scomporre i processi in fasi logiche, è facile creare flussi inefficienti o pieni di errori.

📌 Dove saperne di più:

  • Concetti di base di algoritmi e logica di programmazione (si possono imparare senza programmare).
  • Strumenti come Whimsical o Draw.io per progettare flussi visivi prima di implementarli.

2. Gestione delle banche dati e organizzazione delle informazioni

Molte piattaforme low-code/no-code lavorano con i database, anche se non li chiamano esplicitamente così. In Airtable, Notion, Glide o Retool, è necessario organizzare le informazioni in tabelle, definire le relazioni tra i dati e strutturare bene le informazioni affinché l'applicazione funzioni correttamente. Se non avete ben chiaro come progettare un database, potreste ritrovarvi con un sistema disordinato e difficile da scalare.

📌 Dove saperne di più:

  • Concetti di base di database relazionali e non relazionali (Google Sheets o Airtable possono essere un buon punto di partenza).
  • Le esercitazioni di base sul linguaggio SQL, anche se non lo userete direttamente, vi aiuteranno a capire come vengono organizzati i dati.

3. Uso e integrazione delle API

Uno dei maggiori punti di forza di questi strumenti è la capacità di connettersi ad altri servizi tramite API (le interfacce che permettono a due sistemi di comunicare). Se avete mai provato a collegare due app in Make.com o Zapier e non ha funzionato come previsto, probabilmente vi sarete imbattuti in termini come endpoint, chiavi API, payload o JSON. Comprendere le basi del funzionamento delle API vi permetterà di collegare i servizi in modo più efficiente e di risolvere i problemi quando qualcosa non funziona come dovrebbe.

📌 Dove saperne di più:

  • API REST e nozioni di base di JSON.
  • Strumenti come Postman per testare le integrazioni senza complicazioni.
  • Documentazioni API di strumenti come Notion, Google Sheets o HubSpot per vedere esempi reali.

4. Espressioni regolari e manipolazione dei dati

Quando si creano flussi di lavoro più avanzati, è probabile che sia necessario estrarre, trasformare o filtrare i dati. Strumenti come Zapier, Make.com o Power Automate consentono di manipolare testo e dati utilizzando espressioni regolari (regex), formule e funzioni. Ad esempio, se ricevete un'e-mail con un formato specifico e dovete estrarre solo una parte delle informazioni, un'espressione regolare può svolgere questo compito automaticamente.

📌 Dove saperne di più:

  • RegEx101 per esercitarsi con le espressioni regolari con esempi in tempo reale.
  • Formule avanzate in Google Sheets o Excel, poiché molti strumenti utilizzano una logica simile per manipolare i dati.

5. Risoluzione dei problemi e debug

Se avete provato a realizzare un'automazione complessa e qualcosa è andato storto, vi sarete resi conto che l'individuazione del problema non è sempre immediata. Anche se non programmate, imparare a fare il debug degli errori è fondamentale per far funzionare correttamente i vostri flussi. Tutti gli strumenti includono registri di errore, ma per interpretare questi messaggi è necessario capire cosa sta succedendo in ogni fase. Sapere come leggere e analizzare i dati che entrano ed escono da ogni azione vi permetterà di risolvere i problemi più velocemente e di evitare frustranti blocchi.

📌 Dove saperne di più:

  • Familiarizzate con i log di strumenti come Zapier, Make.com o Power Automate.
  • Imparate a testare in ambienti controllati prima di attivare un'automazione in produzione.

Conclusione: la padronanza del low-code e del no-code richiede più dell'intuizione.

Con il low-code e il no-code è possibile sviluppare soluzioni senza programmare, ma non senza pensare. Per ottenere il massimo da queste soluzioni, sono necessarie competenze tecniche che aiutino a strutturare i processi, gestire i dati, integrare i servizi e risolvere i problemi quando qualcosa non funziona come previsto.

Tuttavia, ci sono due buone notizie: la prima è che non è mai troppo tardi per imparare queste abilità, basta essere disposti ad approfondire questi concetti se si vuole evitare di rimanere bloccati nei limiti dell'interfaccia visuale. La seconda è che potete sempre chiedere aiuto: se avete bisogno di indicazioni per sbloccare un'automazione bloccata, migliorare un flusso di lavoro o semplicemente volete dedicare il vostro tempo ad altre attività, parlateci. Conosciamo le sfide dello sviluppo no-code e low-code e lavoreremo con voi fino a trovare la soluzione migliore per voi.

Iniziate a lavorare nel modo che avete sempre sognato

Sergio Alasia

Project manager, automatizzatore, mentore, ammiratore dell'ingegno. Gestisce il team di collaboratori di Ideomatica e insegna i trucchi del mestiere a chi ne ha bisogno. Appassionato di esplorazione spaziale, scienza e mattoncini LEGO. Suona la chitarra, ma non in ufficio.